Partecipare alla realizzazione di un documentario, memoria storica del proprio paese è una impresa entusiasmante.
Creare nuovi ricordi dalle memorie di altri, integrare e rimodulare quelli vissuti direttamente, aggiungere nuovi tasselli alla realtà che ci circonda.
Il documentario, cui ho avuto l’onore di scrivere anche la colonna sonora, è stato curato dal regista Marco Gallus (coordinatore del laboratorio) e dai corsisti Tommaso Catalano, Laura Dentoni, io e Samuel Serrau.
La “trama” inizia con il buongiorno a Ceraxus (candu t’apu connotu”) con la poesia di Luigi Suergiu, per arrivare ai contus dei testimoni, a candu allirgus, a candu sèrius, alternati con racconti del libro di Carlo Desogus Gigi Orrù dei lettori del laboratorio di lettura realizzato parallelamente al laboratorio del Documentario.
Questo il documentario.
Le musiche sono 3:
- Il tempo di un respiro, versione strumentale, che già faceva parte dell’album del 2017 “Le orecchie del re”.
- Arregordus a Trallallera, un blues inedito, scritto partendo proprio da alcune note del trallallera, perché se il ritorno alle radici del Mississippi è una costante dei bluesman, non possiamo dimenticare che le nostre radici sono nel sud Sardegna, Campidano di Cagliari precisamente.
- Sa boxi de su Trenu, un altro blues inedito, in cui interpreto un classico del blues per armonica: la voce del treno, che ancora fino a pochi decenni fa correva nelle campagne ceraxinas fischiando e sbuffando fumu nieddu e noi bambini, durante sa binnenna si furriemus a ddu biri e a ddu saludai
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