Menhir di Laconi: Capovolti o altro?

Nel museo di Laconi è aperta la mostra Pietre parlanti nella preistoria – la statuaria preistorica in Sardegna e nel continente italiano.

ll confronto con i menhir / pre-statuaria italiani evidenziano culture Mediterranee che si contaminavano, evidentemente fin dalla prima età del rame.

Le somiglianze sono notevoli e in alcuni casi disvelatrici di quello che in Sardegna vengono definiti “capovolti”.

Ovviamente siamo nel campo delle ipotesi, e oggi il campo delle ipotesi è difficilmente distinguibile dalla fantarcheologia (ahimè presente in Sardegna). In questo articolo avevamo posto il dubbio che i “Capovolti” non fossero appunto capovolti, ma pittogrammi.

Ad Oniferi il capovolto è uno solo, gli altri simboli non hanno nulla di umano.

Tipo questi:

Questa la Domus de Jana di Oniferi:

Qui invece una rassegna fotografica di “capovolti” di diverse Domus de Janas.

Gli stessi “capovolti” si trovano incisi nei menhir (pedras fitas in sardo, cioè “pietre infilate”) di Laconi. Dal vivo sono veramente imponenti e di una bellezza suggestiva.

Le statue d’oltremare sembrano svelare qualche dettaglio in più rispetto a quelle sarde.

Ad osservare bene il simbolo nel “busto” della statua sembrerebbe non un capovolto a testa in giù, ma braccia che tengono un oggetto (spada? flauto? launeddas?) con le mani a stringere lo strumento.
Potrebbe rappresentare il morto che tiene sul petto una spada rivolta all’insu?

Le braccia sono evidenti nei menhir d’oltremare, ma anche in quello di San Giovanni Suergiu, Sulcis.

Quale che sia il vero significato del simbolo (ammesso che ce ne sia solo uno) il consiglio è quello di andare a vedere con i propri occhi tali meraviglie.

A metà strada tra gli antichi menhir più semplici e le statue dei Giganti di Mont’e Prama, is pedras fitas de Laconi (ma non solo) rendono variegata e ricca l’offerta delle testimonianze archeologiche sarde, che solo per nostra ignoranza continuiamo a chiamare misteriose.

Immagine di copertina: Nurnet