Un antico canto perduto: s’Andimironnai

Iandemironnai andire nora ndira iandemironnai.

Andemironnai o Iandemironnai è un ritornello che fa da contorno alle strofe di un canto tradizionale, che dettava il ritmo di lavoro, soprattutto quello delle donne.

Molti fanno risalire la canzone (dalle parole ormai incomprensibili) ad epoche remotissime, magari all’epoca della mitica e antichissima Nora, città pre-nuragica sommersa, come dimostra un video subacqueo dell’Istituto Luce.

Nora fu teatro anche dell’uccisione da parte dei romani del martire Sant’Efisio, a cui la canzone potrebbe riferirsi.

Salvatore Cambosu la fa risalire al tempo antichissimo.

TRISTU PASSILLARANTI

Tristu passillaranti,
comenti m’assimbillas:
poita mi consillas
a plangi po’ s’amanti?
(Larì, larì, la lara)

Comenti m’assimbillas:
tristu passillaranti:
poita mi consillas
a plangi po’ s’amanti?
“J andi mi ronnai andira a nora andira”.

Tristu passillaranti
su cantu tuu dd’agradu
si puru seu interradu
si de tui mòrgiu innanti!
(Larì, larì, la lara)

Autore ignoto

“J andi mi ronnai andira a nora andira”.
L’oscuro ritornello, con un suo termine che vagamente accenna a “andare e andare” e con la sua voce “nora” che è sicuramente di tempo protosardo, ha tutta l’aria di essere antichissimo.

È singolare lo si registri a commento d’un canto della Trexenta, contrada meridionale interna dell’isola.

Può darsi (a dar retta alla fantasia) che il ritornello esprima col termine nora un rimpianto per una patria perduta: per la città di Nora, antico scalo fenicio (ndr, Carta Raspi la fa risalire agli Shardana, ma potrebbe essere molto più antica), poi centro punico e più tardi fiorente città romana che serbò fino all’ultimo il vanto di città madre di tutte le altre città sarde. In età romana essa ebbe grado de onori pari a Kàralis. I suoi avanzi (templi, necropoli, moli, edifici portuensi romani, basiliche, etc.) risultano sconvolti per l’azione dei terremoti e del mare. Decaduta con le invasioni vandaliche, non risorse più.

Così, il rimpianto potrebbe essere di antichi Norensi i quali, in seguito ai cataclismi e alle invasioni, fuggirono la costa e ripararono nell’interno rurale, dove, nelle ore dei ricordi, inventarono il ritornello nostalgico, fatto proprio, in seguito dai loro ospiti.

Qualcosa di simile accadde durante l’ultima guerra, quando, fulminata dal cielo, Cagliari andò in rovina, e gli esuli, cercato rifugio anche sui monti barbaricini, li si sentiva cantare i loro canti e, in essi, anche questo dell'”andìra a nora andìra”.

Miele Amaro, Salvatore Cambosu, Ilisso

Qui una versione più tradizionale del gruppo folkloristico di Selargius Fedora Putzu:

In copertina: ph Grazia Mele

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